Protesi


 

"Anche il sistema stomatognatico è vittima oggi della frenesia dei nostri tempi.
Velocità riabilitativa ed estetica stanno diventando le priorità della riabilitazione, trascurando che l’organo masticatorio nella sua capacità adattativa non conosce né tempo né fattore estetico, ma persegue la ricerca costante di uno stato di equilibrio e salute.
Solo se saremo in grado di avvicinarci al rispetto di questi equilibri daremo un senso alla nostra riabilitazione."

 

 

L’obiettivo finale di una riabilitazione protesica è quello di promuovere una condizione biomeccanica funzionale che possa favorire, quanto più verosimilmente possibile, la fisiologia masticatoria. I cicli masticatori devono coinvolgere entrambi i lati di masticazione (bilaterale) con utilizzo alternato tra destra e sinistra. Sarà questo il nostro obiettivo biologico di riferimento.Per maturare questa condizione biomeccanica, le determinanti dell'occlusione devono trovarsi in totale accordo sia in relazione statica dei mascellari (O.C.) sia in relazione dinamica.

 

Il ruolo svolto dalle determinanti è distribuito in tre diverse aree funzionali:

Determinante o guida anteriore:
  E’ svolta dalla funzione canina sul piano frontale e da quella incisiva sul piano sagittale.   Il suo ruolo durante le fasi di masticazione è quello di guidare per prima i movimenti eccentrici in entrata.
  Per le sue capacità anatomiche e propriocettive predominanti su tutti gli altri elementi dentali gli si attribuisce   il ruolo di funzione di guida neuro motoria sul controllo della relazione posturale dinamica cranio- mandibolare.

- Determinante intermedia o curva di compensazione:
  E’ l’insieme delle seguenti combinazioni: inclinazione del piano occlusale, altezza cuspidale, curva di Spee e   curva di Wilson.
  Queste tre componenti permettono all’apparato masticatorio non solo di triturare e sminuzzare il cibo, ma di   assolvere alla funzione di mediatore del carico masticatorio per l'articolazione temporo-mandibolare   garantendogli efficienza e stabilità.
  Rispettando questa seconda determinante si assolve alla funzione biologica dell’ATM. Quest’ultima non lavora   come un’articolazione da carico ma funziona in una relazione che possiamo definire: “stato di galleggiamento”.
  A garantire questo stato di galleggiamento è la relazione biomeccanica occlusale espressa nel tripode guida   lavoro e bilanciamento.

Determinante posteriore o Traiettoria condilare
   Identificata nel rapporto di asse cerniera nella relazione statica e nei tragitti condilari nella funzione dinamica.
   Sia nella funzione statica che in quella dinamica, la guida anteriore e le componenti intermedie ne garantiscono    lo spazio intrarticolare fisiologico (D.V.A dimensione verticale articolare).
   Il ruolo della determinante dell’occlusione anteriore e posteriore sia in relazione statica che dinamica sarà quello    di garantire costantemente la relazione fisiologica della dimensione verticale articolare nella determinante posteriore.

- Piste di Paterson

 È chiaro a questo punto che la condizione occlusale, alla quale facciamo riferimento per garantire una funzione fisiologica, è l'occlusione bilanciata     bilaterale elaborata secondo i criteri del Prof. Pedro Planas e lo strumento del quale ci avvaliamo nello sviluppare il lavoro riabilitativo è la registrazione  delle traiettorie condilari attraverso le piste di Paterson.

 

Planas usava tale registrazione nella realizzazione delle protesi totali in quanto considerava la determinante posteriore, ossia la traiettoria condilare, l'unico elemento dinamico in grado di dare informazioni sull'andamento del piano occlusale individuale del paziente. La tecnica di registrazione oltre a dare la preziosa informazione dei tragitti condilari del paziente consente di realizzare un'articolatore veramente individuale con valori non adattati alla media, in cui i valli di registrazione diventano la calotta di montaggio.

E’ interessante determinare, una volta che il manufatto protesico sia terminato e consegnato al paziente, come i movimenti masticatori siano fluidi e assolutamente “naturali”. Si realizza in questo modo un manufatto protesico che, non solo garantisce una riabilitazione dell’organo stomatognatico, ma anche che rispetta i canoni estetici di Over-jet ed Over-bite senza creare disequilibri in disaccordo con le leggi di Hanau.

Visti i risultati ottenuti con questa tecnica nella protesi totale, abbiamo trasportato la stessa tecnica di registrazione alla protesi fissa.
Tra le diverse scuole di biomeccanica occlusale, la fisiologia della dinamica occlusale bilanciata bilaterale era quella che garantiva il miglior stato di salute.
In protesi totale il successo è determinato dal fatto che i carichi dei movimenti dinamici o eccentrici sono completamente controllati dal tripode sequenziale alternato; tale condizione concorre anche a dare stabilità fisica alle basi protesiche.

Se tutto ciò trova riscontro in protesi totale, è logico pensare di applicare le stesse metodiche in protesi fissa.
Questa tecnica trasportata in protesi fissa da Angelo Confaloni è oggi ampiamente utilizzata da diversi clinici e colleghi. L'utilizzo è stato così esteso da arrivare anche alla fase diagnostica della chirurgia implantare guidata. Il suo utilizzo in chirurgia implantare ci permette di determinare i siti di impianto quando la struttura ossea lo consente, in funzione di un rapporto occlusale ideale stabilito dalla registrazione delle piste. In questo modo gli impianti non subiscono nella dinamica della funzione carichi non controllati.

Certamente come tutte le tecniche necessita di una curva d'apprendimento preceduta dalla conoscenza del metodo.
Maturata tale condizione vi sorprenderà la capacita con la quale vi troverete con logica a seguire principi di riabilitazione. La protesi riabilitativa non sarà più sottoposta a relazioni occlusali anatomo-funzionali spesso non rispettose di quell'equilibrio frutto di milioni di anni di filogenesi che ha selezionato i caratteri biotipologici che ci rendono unici.

Questo metodo non vuole avere la pretesa di essere completo ma sicuramente vanta la condizione di poter sviluppare e inserire un manufatto protesico con una morfologia più individuale possibile.